Ti sei mai data un obiettivo con entusiasmo… e poi ti ci sei incastrata dentro?
Succede quando la voglia di migliorare si trasforma, senza volerlo, in una nuova fonte di pressione. Come se tutto il nostro valore stesse nel riuscire. Subito. Perfettamente.
Avere una direzione è importante, ma non dovrebbe toglierci fiato. In questo articolo parliamo di come scegliere obiettivi che ti guidano senza schiacciarti, coltivando flessibilità, intenzione e gentilezza – verso te stessa prima di tutto.
Quando l’obiettivo diventa una gabbia
Il lato nascosto della motivazione
Siamo cresciute con l’idea che “darsi un obiettivo” sia sinonimo di serietà, forza di volontà, successo. Ma la verità è che non tutti gli obiettivi ci fanno bene.
Alcuni sembrano motivanti, ma sotto sotto ci fanno sentire costantemente inadeguate.
Esempi?
- “Devo leggere 20 libri quest’anno” → e se ne leggi solo 4, ti senti pigra
- “Voglio svegliarmi presto ogni giorno” → e se dormi un’ora in più, ti sembra di aver fallito
- “Mi alleno 3 volte a settimana” → e se salti due giorni, pensi che tanto non ha senso continuare
Il problema non è l’obiettivo, è come ci relazioniamo a quell’obiettivo.
L’equilibrio che non si vede
Un buon obiettivo non è solo chiaro e misurabile. È anche morbido.
Non rigido, non intransigente, non legato al tuo valore come persona.
È qualcosa che guida, non che punisce.
Nei giorni buoni ti stimola. In quelli difficili ti lascia respirare.
Come definire obiettivi più umani
Parti dall’intenzione, non dalla prestazione
Invece di chiederti “Cosa devo fare?”, prova a chiederti:
“Come voglio sentirmi mentre lo faccio?”
Vuoi sentirti leggera, presente, viva?
Allora l’obiettivo dovrebbe servire a sostenere quel sentire, non a metterlo alla prova.
Un’intenzione ti aiuta a restare connessa a ciò che conta per te, anche quando i numeri non tornano. È il principio alla base di tanti esercizi in 91 Passi: ritrovare il perché profondo prima del quanto o del come.
Scegli obiettivi flessibili
Un buon obiettivo dovrebbe avere spazio per respirare.
Non tutto deve essere scolpito nella pietra.
Prova così:
- Invece di “Scrivo ogni mattina”, → “Cerco spazi per scrivere ogni settimana”
- Invece di “Vado a correre 3 volte a settimana”, → “Mi muovo con piacere almeno 2 volte, come posso”
- Invece di “Mangio sano tutti i giorni”, → “Nutro il mio corpo con attenzione e flessibilità”
La direzione è chiara, ma la strada può cambiare ogni giorno.
Dai valore alla costanza imperfetta
Spesso molliamo perché pensiamo di aver “rotto la catena”.
Ma la verità è che la costanza non è una linea retta. È un insieme di ritorni. Di piccoli rientri nella tua intenzione, ogni volta che puoi.
Ecco perché è utile tenere traccia non dei giorni in cui “hai fatto tutto”, ma di quelli in cui sei tornata anche solo un attimo a te.
È uno dei passaggi più potenti in 91 Passi: imparare a registrare i piccoli gesti gentili, quelli che di solito passano inosservati, ma fanno la vera differenza.
Direzione sì, perfezione no
Dai la forma che vuoi al tuo passo
Ricorda: gli obiettivi sono strumenti, non giudici.
Servono a orientarti, non a valutarti.
Un obiettivo buono per te è quello che puoi piegare un po’ nei giorni storti, e che non ti spezza quando sei stanca.
È quello che ti fa sentire più vicina a te stessa, non più lontana.
Può essere piccolo, silenzioso, magari invisibile agli altri. Ma se è tuo, e lo senti allineato a come vuoi vivere… allora funziona.
Se vuoi camminare con più calma
Non serve rincorrere qualcosa.
A volte, basta fermarsi e chiedersi: dove voglio davvero andare?
Gli obiettivi migliori sono quelli che ti aiutano a sentirti intera, non “migliore”.
91 Passi nasce proprio da qui: un percorso pratico per (ri)trovare direzione senza rigidità, coltivando presenza, cura e intenzione giorno dopo giorno.
Con strumenti piccoli, realistici, e zero pressioni.
Se ti va, lo trovi qui.
